sabato 13 novembre 2010

Aiutiamo insieme tutte le Sakineh e le Asia Bibi…

La "cultura" maschilista ha migliaia di anni di pratica.
E chi pratica affina la teoria.

Chi conosce la storia dell'umanità - anche quella "di superficie" insegnata nelle scuole - sa che, in ogni epoca e in ogni parte della Terra, il potere non viene semplicemente esercitato per il proprio "benessere" momentaneo, ma costruisce le strutture stesse della sua perpetuazione con il fine di far durare in eterno questo "benessere".
Questo, prima ancora che per le classi sociali, vale per i generi.

Di queste strutture - semplificando - se ne possono distinguere tre macrotipi:
- "economia", cioè costruzione di cicli produttivi e di una organizzazione del lavoro che privilegino sempre una parte della società, escludendo l'altra e costringendola alla schiavitù sociale attraverso la dipendenza economica;
- "regole", cioè imposizione di leggi, regolamenti, editti, anatemi, فتاوى e chi più ne ha più ne metta… che interdicano comportamenti sociali e personali che, ove praticati, mettano in discussione la legittimità stessa dell'organizzazione dell'economia e della società;
- "ideologia", vera cornice del quadro e insieme la sua sostanza storica. Questa è strutturata ad un livello più profondo (ormai quasi subliminale) per offrire una base diffusa e unanimistica di "consenso" a tutto il castello sociale e "legalizzare" nella mente di tutti e ciascuno i "valori" di una società, emarginando chi si fa portatore di valori "pericolosi" per l'ordine sociale.

Perché il giochino funzioni è però necessario che i ruoli di controllo siano più "penetranti" e diffusi. Non bastano tribunali e polizie, è necessario che i controllori dell'ordine sociale siano le vittime stesse di questo ordine e siano dislocati in ogni quartiere, in ogni casa, in ogni scuola, in ogni circolo e chiesa...
In una parola: chi ha il potere lo esercita soprattutto controllando in ogni dove la società, imponendo - talvolta con la forza brutale e talvolta con il viso d'angelo - le strutture e le regole di quella società e istituzionalizzando così il proprio "diritto".

La prima preoccupazione di chi governa il mondo - come dice sempre una mia carissima amica e come appare chiaro a ogni persona di buon senso - è la vessazione delle donne.
Ma lo scopo? Suggerirei - sempre con la mia amica e le succitate persone di buon senso - che il fine "tattico" è quello di impadronirsi delle esistenze delle donne fino a ridurle in schiavitù per consegnarle all'uomo di turno cosicché possa sfogare sulla sua individuale "compagna" la sua frustrazione per l'oppressione a cui egli stesso è sottoposto dal potere.
Cosa che moltissimi uomini fanno quotidianamente e senza farsi troppe domande sull'origine di quello che finiscono per considerare appunto un "diritto", assecondando l'obiettivo strategico della conservazione dell'ordine sociale e del potere maschile dominante contro le donne e chiunque altra/o prefiguri un ordine sociale (ed umano) "altro" e pericoloso.

Però ogni maschio (e uomo) che abbia nel cuore amore per l'umanità (in cui ogni nostra vita si specchia), e anche solo per sè stesso, dovrebbe avere chiaro che il ruolo di miserabile potere che il potere vero gli assegna è una pillola dorata di vergognosa gratificazione che nasconde - in realtà - la codificazione ad perpetuum della sua stessa schiavitù al potere.
A noi maschi dovrebbe dunque essere chiaro che assumere e riprodurre questo ruolo facendosi "padroni delle donne" significa proprio diventare degli schiavi!

Allora non si può che raccogliere l'appello e stare dalla parte delle donne che oggi vengono massacrate nella società, sul lavoro e spesso nella loro stessa cerchia familiare…
Ricordate: economia, leggi, ideologia...

E, a nostra volta, fare appello anche alle donne.
Aiutateci a crescere vicino a voi. E fatelo anche contrastando la penetrazione dell'ideologia del potere tra di voi, con dolcezza ma anche con decisione. Il potere maschilista che impone quel ruolo, offrendo alcune briciole di gratificazione personale a chi è disponibile a farsi ancella dei potenti (e traditrice della propria condizione di genere) senza puntare i piedi, non potrà niente se le madri, le amiche, i padri, gli amici, le donne e gli uomini insieme si ribelleranno e diventeranno insieme liberi.

Naturalmente è superfluo dire che le donne che hanno massacrato di botte Asia Bibi e poi l'hanno consegnata al potere maschile perché "finisca il lavoro" sono solo la longa manus dei maschi che le hanno private dell'identità mascherandole alla luce del mondo e che continuano a detenere il potere e a sostenerlo con l'ideologia e il bastone.
Naturalmente è superfluo dire che le donne cadute in questo terrificante tramaglio sono dunque anch'esse vittime perché la rete ha maglie fitte ed è molto facile restarci imbrigliate e perché il potere ha a disposizione molti e variegati strumenti, tra cui spiccano la paura e la violenza.
Ma non è superfluo dire che prese di posizione decise da parte delle donne per "disarmare" quelle mani sarebbero utilissime anche agli uomini che vogliono contribuire all'affrancamento delle donne (e anche di sè stessi) dalla schiavitù.

Con voi vicine e solidali qualcosa possiamo finalmente fare anche noi uomini, "smarcandoci" e combattendo nelle fila del nostro genere quelle struttura e sovrastruttura maschiliste del potere per rimettere in circolo energie che possano condurre a quella umanità libera in cui la distinzione di genere sia fonte di reciproca di curiosità e ricchezza, di gioia e piacere simili a quelle che ogni essere umano ha quando si ferma ad ammirare, la bellezza, la varietà e le diversità del nostro mondo.
Qualcosa, finalmente e concretamente, che ci aiuterà a liberarci definitivamente - senza paura di ricadute - e in profondità al ruolo per vivere davvero da esseri umani liberi.

2 commenti:

  1. trovato su fb e molto apprezzato... bellissimo post! grazie

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  2. bellissimo, e su fb anche rilanciato da più parti, vedo!!.. ;-)

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